



















Nel cuore verde e remoto del Parco del Pollino, lungo il confine tra Calabria e Lucania, tra euforia e sudore, si svolge la Festa della Pita o Festa dell'Abete.
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Preparatevi ad una giornata di escursionismo, un viaggio nella tradizione.
Si svolge dall'ultima domenica d'aprile sino alla festa di Sant'Alessandro, il 3 maggio.
Si tratta di uno dei cosiddetti riti arborei che animano Basilicata e Calabria nel periodo che va dalla Pasqua ai primi freddi d'autunno.
Riti propiziatori della fertilità che vedono l'unione tra l'uomo e la natura in giorni ricolmi di euforia, cibo (di una genuinità che solo luoghi remoti possono offrire) e vino (tanto vino). Feste dalle lontane origini perno dell'identità comunitaria al cui cospetto rientrano i figli migrati sin nelle terre più lontane affermando anno dopo anno l'orgoglio delle proprie origini.
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Nel dettaglio l'albero viene donato da un paese vicino ma dall'altra parte del confine regionale, in Basilicata, Terranova del Pollino mentre Alessandria del Carretto si trova in Calabria.
Viene scelto e preparato un enorme abete per il trasporto, diviso in due, la cima femmina e il tronco maschio. La femmina viene portata a spalla e va avanti al corteo, il possente maschio viene trainato a forza di braccia a rotazione tra tutti in coda.
Il corteo si dirama per sentieri sterrati, in alcuni punti molto ripidi e ardui, nei boschi del Pollino accompagnato da suonatori di musica popolare tradizionale . Dura un intera giornata, dalle prime luci del mattino sino all'arrivo nella piazza del paese a sera.
Durante il lungo percorso varie pause dove ci si rifocilla e disseta tra musica e danze.
La prima volta che arrivammo il corteo era già partito, quindi andammo nel bar del paese, acquistammo una bottiglia da due litri di vino locale e ci dirigemmo verso esso. Da lontano sentivamo la musica, il vociare di tanta gente e le urla di chi in piedi sul maschio dava il passo e gli ordini per attraversare i punti più impervi e le discese più ripide.
La seconda volta invece abbiamo campeggiato nel parco attrezzato comunale dalla notte precedente in modo da poter esserci sin dalla partenza della pita all'arrivo in piazza.
Condivisione è la parola regina della giornata, conoscerete tante persone, volenti o nolenti. Noi abbiamo condiviso il nostro vino e le vettovaglie portate da casa e tanti hanno fatto lo stesso con noi, offrendo a chiunque sedesse affianco con la genuinità che solo una comunità unita può offrire.
A sera si arriva in paese e qui il gioco si fa veramente duro per arrivare giù in piazza dando il massimo dell'alchimia ingegneristica contadina.
Siete tra gente che affronta questa impresa ogni primavera della sua vita ma sappiate che il maschio è lungo parecchi metri e il peso non è da meno, quindi attenzione.
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Arrivati l'euforia è al suo culmine tra musica danze e abbracci, si balla e si beve tutti insieme.
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Il 2 maggio successivo ci si ritrova per pulire e preparare gli arbusti, maschio e femmina saranno uniti ed il 3 maggio saranno innalzati in Piazza San Vincenzo adornato da albero della cuccagna con prodotti locali, sino ad un'altezza di circa 16 metri.
In tanti cercheranno di scalare l'albero senza l'ausilio di alcuna attrezzatura per aggiudicarsi i premi.
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Insomma, andateci e prendete parte a questo evento storico.