
Pagani,
La Madonna
delle
Galline
Amiamo il nostro paese, il Sud, con tutte le sue tradizioni, feste popolari, sagre, riti arborei, celebrazioni sacre e pagane.
Un tesoro immenso la nostra cultura, la natura ed i cibi che offre, la gente e la sua sacra ospitalità.
Così girando di festa in festa, ci capita di conoscere un sacco di gente che puntualmente ci informa di tutta una serie di eventi a cui cerchiamo di non mancare e luoghi in cui andare.
Le notizie sulla Festa della Madonna delle Galline (del Carmelo) questa volta ci sono arrivate da amici di Taranto, che avrebbero tenuto uno stage di tammurriata proprio a Pagani durante la festa.
Pagani è un comune in provincia di Salerno ed è il paese dove ogni anno si tengono i festeggiamenti in onore della Madonna delle Galline.
Ma perchè Madonna delle Galline?
Come in ogni buona tradizione popolare che si rispetti, in cui sacro e profano si mescolano, il tramandamento orale la fa da padrone.
Si narra che delle galline raspanti riportarono alla luce una tavola raffigurante la Vergine. Tale ritrovamento fu interpretato, ovviamente, come un segno divino, e per cui fu innalzato un santuario dove venerare la Madonna.
La tavola fu probabilmente portata da monaci sfuggiti dall'Oriente nel VIII sec. per sottrarla alla distruzione iconoclasta.
E' ormai venerata da quattro secoli.
I festeggiamenti avvengono ogni anno dal venerdì dell'ottava di pasqua al lunedì successivo.







Noi siamo arrivati a Pagani l'8 aprile 2018, domenica, giorno in cui la festa entra nel vivo, le porte del Santuario vengono aperte e la processione tocca tutte le strade e contrade di Pagani.
Appena arrivati la prima cosa che abbiamo notato guardandoci intorno, sono stati i "toselli". I "toselli" sono delle edicole votive che gli abitanti del luogo alzano in onore della vergine. Questi toselli si trovano nei cortili dei palazzi e, a seconda della grandezza dei cortili, più o meno impreziositi. Quindi troverete in taluni dei pollai, offerte come i carciofi o i limoni, il tutto impreziosito da coperte di raso e merletti.
Ci sono i toselli famosi poi, che portano il nome di una famiglia devota o di un personaggio del posto. Nei cortili più grandi è possibile trovare donne affaccendate nella preparazione dei piatti tipici di questa festa (un consiglio, più che pranzare in qualche ristorante vi consigliamo di andare di banchetto in banchetto).
Passeggiando per i vicoli, due cose ci hanno subito colpito:
L'odore dei carciofi alla brace ed il suono inconfondibile delle castagnette, o nacchere, impiegate nell'antica musica popolare della tammurriata.













Noi che amiamo alla follia la tammurriata ed i carciofi, vagavamo per il paese con un crescente senso di gioia, accompagnato da buon vino.
In ogni dove carciofi, frittata di carciofi e tutti i piatti della tradizione. In ogni dove gente danzare, agitare le castagnette, battere le tammorre.
Un'atmosfera unica che ti avvolge subito facendoti sentire parte di essa.
E allora impugnate le castagnette ci lasciamo travolgere dalle ipnotiche note della tammurriata ed iniziamo (o ci proviamo) questa danza estenuante sotto il solleone fino a notte inoltrata. Non vorresti mai smettere, anche se gambe e piedi sono fuori uso, tu non puoi smettere.
Mentre in tutto il paese si mangia, si beve e si balla incessantemente, la statua della Madonna gira tra le strade con numerosi fedeli al seguito. Sotto la statua ci sono delle galline e sulla Madonna dei colombi. Donne devote alzano verso la Vergine i loro bambini per una benedizione. La processione prosegue e nel frattempo sul palco allestito al rione Palazzine si susseguono vari artisti locali, e tra una tammurriata, una pizzica ed un tarantella si fa notte.
Siamo stremati, ci siamo cotti al sole, abbiamo bevuto, abbiamo ballato e a malincuore decidiamo di andare a dormire. Percorrendo le strade oramai quiete di Pagani sentiamo delle voci e della misica provenire da un cortile. Decidiamo di entrare curiosi ed ecco altre tammorre nacchere e canti per i tanti pochi intimi ancora lungi dal voler cedere il passo al sonno. La musica irrompe nelle nostre menti e corpi come adrenalina, ci guardiamo e ci concediamo un ultimo ballo.
Scopriremo in seguito di un rito finale, la deposizione delle tammorre.
Alle sei del mattino tutti i maestri tammorrari si recano in corteo, suonando, verso il santuario dove deporranno le loro tammorre ai piedi della Madonna. Dopo la deposizione intonando un canto in onore della Vergine si esce dal santuario senza mai voltarle le spalle.
Purtroppo non abbiamo potuto assistere promettendoci di non mancare il prossimo anno.
Lasciamo la festa con una gioia ed uno stupore fanciulleschi inspiegabili, letteralmente travolti e stravolti.


Difficile spiegare, il livello di partecipazione popolare raggiunge i suoi livelli più assoluti, il paese diventa un enorme palco ed ogni spettatore diviene un musicista. Se deciderete di andarci, e ve lo consiglio, fate come noi, portate o procuratevi delle castagnette e prendetene parte.
Sacro e profano si mescolano sapientemente.
Ancora oggi nelle nostre orecchie riecheggiano le castagnette ed il suono ipnotico delle tammorre, ancora oggi il fumo dei carciofi risale le nostre narici lasciandoci addosso un profumo di tradizione.